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29 Jan 2016

Al via il carnevale in Sardegna: Paolo Citrini e Joe Alexander ambasciatori d’eccezione invitano tifosi, appassionati e turisti a scoprire la magia del Carnevale sardo.

Come ogni anno lo scorso 17 gennaio, con i fuochi accesi in onore di Sant’Antonio, si è aperto il Carnevale in Sardegna: una festa viva e sentita, caratterizzata da tradizioni millenarie portate avanti con cura e attenzione in tutta l’isola. In questo periodo dell’anno, da nord a sud passando per i suggestivi centri dell’interno, la Sardegna si colora delle caratteristiche celebrazioni, vestendosi di maschere e antiche ritualità cariche di suggestioni a fascino che riportano alle tradizioni di riti propiziatori per raccolti floridi.

I giganti della Dinamo Banco di Sardegna, ambasciatori dell’Isola della qualità della vita in Italia ed Europa invitano tifosi, appassionati della palla a spicchi, semplici curiosi e turisti a scoprire la magia del carnevale, che da gennaio a febbraio aniima la Sardegna in una danza di festeggiamenti scanditi dai balli degli uomini in maschera. Maschere che riavvicinano l’uomo alla sua parte più selvaggia, lo riportano indietro nel tempo. L’invito arriva dall’assistant coach Paolo Citrini, che con il suo fluente inglese apre le porte a turisti di ogni parte del mondo, e Joe Alexander. L’ala biancoblu numero 9, americano nato in Taiwan, lancia il suo invito a scoprire i riti e le tradizioni in lingua cinese, nel segno di quel ponte aperto ormai da anni, tra Sardegna e Oriente.

Da Mamoiada con i Mamuthones, passando per Orotelli con Sos Thurpos, S’Urzu di Samugheo fino alla famosissima Sartiglia di Oristano: sono innumerevoli le tradizioni e le maschere da scoprire, conoscere, farsi affascinare. In occasione dell’ultima partita delle Last 32 di Eurocup, in programma mercoledì alle 20:30 conto gli ungheresi dello Szolnoki Olaj, e per le prossime partite di campionato, l’invito è quello di visitare la Sardegna per scoprirne i lati più emozionali e nascosti, le tradizioni che affondano le radici in una storia sublime e carica di mistero, dove il sacro e il profano si incontrano in un ballu tundu senza fine.

Carnevale in Sardegna. Le origini del nostro carnevale si perdono nella notte dei tempi e conservano intatti simboli e fascino secolari che affondano le radici nella sacralità del calendario agrario, della cultura contadina, della saggezza popolare. Le feste, le danze propiziatorie, i dolci ricchi, le maschere e i vestiti, sono elementi di un rituale che evidenzia un legame profondo con la Madre Terra. Alla base del rito stanno una serie di gesti atti a risvegliare la natura dal torpore invernale e a renderla generosa nei confronti dei suoi figli. Per ottenere la grazia di una stagione di grandi raccolti l’uomo cerca un contatto più forte con la natura attraverso la danza, forma d’arte gradita agli dei pagani, e attraverso l’uso di abiti e maschere dal forte richiamo animale. L’uomo, creatura ormai evoluta, si è distaccato inevitabilmente dalla sua indole ferina, perdendo così parte di quel legame di sangue che lo rendeva caro alla terra e parte di essa. Per armonizzarsi nuovamente con la natura gli uomini dipingono i loro volti con il carbone, si vestono con pelli chiamate mastrucche e indossano maschere dall’aspetto bestiale. La magia si consuma di fronte ai fuochi purificatori che scacciano la negatività e aprono ad una stagione nuova. Le maschere intagliate nel legno sono fondamentali per stabilire il contatto con le proprie origini,  sono come un ponte fra la realtà e il mondo dell’invisibile; differiscono per tipologie e significati, ad esempio quella dei celebri Mamuthones è grottesca e spaventosa, quella dei Boes invece totalmente volta alla rappresentazione animale. Il tipico passo saltellato dei Mamuthones equivale a bussare sulla terra per risvegliarla e si accompagna al suono prodotto dai campanacci apotropaici usati per i collari del bestiame. Leggenda vuole che il tintinnare delle campanelle metta in fuga gli spiriti maligni, tradizione comune a molti popoli di tutto il mondo, ma che da noi trova particolare attenzione nella cultura contadina; i contadini sono infatti i depositari del sapere antico, conoscono il ciclo delle stagioni, i segreti delle piante e del tempo. Dal re-regina di Tempio Pausania al fantoccio delle zone del Nord e del Sud Sardegna, dalle esibizioni equestri dell’oristanese alle maschere lugubri del Carrasecare della Barbagia, il carnevale spezza la  routine di ogni giorno e risveglia il "villaggio" festeggiando con fave e lardo, zeppole e vino il rigore dell’inverno che sta finendo mentre la terra ritorna lentamente alla vita.

Tradizioni e Maschere. Mamoiada si anima con i Mamuthones che, vestiti di pelle di animale e viso coperto per nascondere la loro identità, compiono una danza cadenzata dai campanacci caricati sulle spalle. Gli altri protagonisti sono gli Issohadores che indossano un corpetto rosso al rovescio e creano scompiglio tra gli spettatori utilizzando la loro soha, una fune di giunco, per catturarli. A Orotelli ci sono Sos Thurpos, i ciechi, che indossano cappotti di orbace nero con cappuccio a punta e i volti completamente ricoperti di fuliggine. Interpretano la vita contadina e il rapporto tra uomo e animale, padrone e servi. La figura de S’Urzu, le cui origini letterarie sono riconducibili alle parole “orco” o “orso”,  è il personaggio caratteristico di Samugheo, Fonni e Ula Tirso. S’Urzu indossa una maschera che rappresenta la testa di caprone con lunghe corna, una pelle di caprone e un fazzoletto nero da donna per coprire il capo. Su Omadore lo cattura e i Mamutzones lo uccidono. La Sartiglia a Oristano propone la "Corsa alla Stella": i cavalieri guidati da "Su Componidori", il capo corsa, discendono in velocità e al galoppo la Via del Duomo, esibendosi in un'emozionante giostra equestre.Su Componidori, né femmina né maschio, vestito dalle massaieddas, è il supremo giudice che decide la sorte dei cavalieri, partecipando con loro alla corsa per infilare la stella con la spada e su stoccu, auspicio di buon raccolto. 

Scopri di più sul sito: www.sardegnaturismo.com

Ti aspettiamo in Sardegna, l’Isola senza fine.

Sassari, 29 gennaio 2016

Ufficio Stampa

Dinamo Banco di Sardegna