
Sedicesima stagionale al PalaSerradimigni con la Dinamo a sfidare le vu nere di coach Luca Bechi, il tutto mentre l'Isola abbraccia il nuovo anno
Benvenuti sull'Isola. La Sardegna apre ancora una volta e con piacere le sue porte al basket dei giganti in questa quarta annata vissuta dalla Dinamo Banco di Sardegna alla ribalta della serie A con la preziosa aggiunta della seconda partecipazione all'Eurocup. Per l'ottava volta in questa regular season 2013-2014 le porte del PalaSerradimigni si aprono al pubblico e agli avversari. Contemporaneamente però anche quelle di un'Isola che dopo essersi rivelata in tutto il suo fascino e splendore nell'estate made in Sardegna, lascia lo spazio all'inverno. Estate ma non solo, destagionalizzare per apprezzare a fondo ogni aspetto della terra sarda. E' questo quindi un ospitale invito rivolto ai protagonisti in maglia Granarolo Bologna, ai dirigenti emiliani, al roster di coach Bechi ed all'intero staff tecnico, ma anche e soprattutto ai supporter bianconeri che, scelto di seguire il club in questa trasferta oltre Tirreno, abbiano voluto anticipare o magari posticipare la partenza per visitare l'Isola con qualche giorno in più a disposizione. Momenti di grande basket in piazzale Segni ma anche opportunità di scoperta di un territorio ricco di scorci e suggestioni come quello sardo, ospite che accoglie e soddisfa sguardo e aspettative di chi lo vive.
Scoprire la Città . Ottimizzare i tempi per sfruttare anche una pur breve permanenza e visitare la Città di Sassari: questo il possibile obiettivo. Un breve viaggio alla scoperta di piazza d'Italia, della caratteristica piazza Azuni, della storica e rivitalizzata piazza Tola o delle piccole e caratteristiche piazzette del centro cittadino, fra monumenti come la fontana di Rosello ed edifici come l'Università , palazzo Ducale o palazzo Sciuti, fra chiese ricche di fascino e intrise di tradizione come il Duomo o Santa Maria, ed ancora il Museo Sanna, il tutto perdendosi magari in un centro storico da scoprire a caccia di ristorantini tipici o scorci d'altri tempi, passando per le «passeggiate» lungo via Roma o viale Italia. Il tutto ad un passo dalle colline e dal mare di Platamona, da Stintino ad Alghero, dalla sabbia di spiagge ancora incontaminate a località capaci di soddisfare lo sguardo del visitatore.
Muri che raccontano. Forma d'artequella dei murales sbarca in Sardegna sul finire degli anni sessanta del novecento e trova sull'isola un terreno culturalmente fertile. Colorati e con la voglia di raccontare ciascuno una storia diversa, i murales sardi sono diventati espressione di un territorio culturalmente ricco e politicamente attivo. Impreziosite di colore, le pareti dei paesi isolani non separano più gli spazi, ma uniscono le persone, diventano sorprendenti strumenti di comunicazione. I murales pitturati fino agli anni ottanta del secolo scorso generalmente mettono in scena storie a sfondo politico, di critica e denuncia nei confronti del sistema, sia esso nazionale o internazionale. In generale si presentano come la risposta ad una situazione di crisi e si dimostrano capaci di mettere in arte la voglia di riscatto dei sardi. Il gesto politico nascosto dietro questi murales non si mostra nei simboli pitturati: sono piuttosto opere d'arte rivoluzionarie perché consentono una appropriazione nuova degli spazi comunitari. E' grazie ai murales che i cittadini si fanno proprietari dell'ambiente condiviso, diventando partecipanti attivi della vita politica e sociale, e acquisiscono una nuova responsabilità comunitaria. La potenzialità comunicativa e scenografica dei murales è tanto forte che dopo Orgosolo, San Sperate e Villamar, paesi pionieri nell'uso di questi strumenti di comunicazione, molti altri paesi scelgono di percorrere questa strada per parlare alla gente.
Che raccontino una storia politica, una vicenda storica, o la quotidianità di ieri e di oggi i murales piacciono: l'osservatore ne viene catturato, e si trova improvvisamente a far parte dell'opera d'arte, protagonista di una realtà piacevolmente ingannevole e trasfigurata. Sarule, Tinnura, Fonni, Oliena, Mamoiada, Serrenti sono solo alcuni dei paesi che dopo le pioniere Orgosolo, San Sperate e Villamar hanno scelto di farsi padroni dei propri spazi comunitari, consacrano i muri all'arte comunitaria dei murales.
Contatti e info. Maggiori informazioni riguardo l'offerta turistica e le opportunità regalate dall'Isola ai suoi visitatori sono disponibili sul sito www.sardegnaturismo.it, che offre una vasta gamma di notizie, curiosità e indicazioni su come vivere e visitare l'Isola.
Sassari, 18 gennaio 2014
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna